Seduto in veranda, al calar delle tenebre, Bill ripassava nella sua mente gli eventi della giornata. Si scervellò per capire cosa potesse essere successo, mentre sentimenti di dolore e frustrazione lo investivano a ondate. Esausto sia mentalmente che fisicamente, alla fine si ritirò in casa. Ma quella notte non riuscì a dormire, la sua mente era tormentata da visioni di Daisy persa e sola da qualche parte nell’oscurità.
La sua preoccupazione non diminuì il giorno dopo. Né il giorno dopo. Cercò Daisy dall’alba al tramonto. Visitò i luoghi che Daisy amava, l’albero ombroso sotto il quale amava riposare, il piccolo stagno dove le piaceva bere. Ma Daisy non si trovava da nessuna parte.
Rifiutando di arrendersi, Bill decise di coinvolgere l’intera città nella sua ricerca. Fece dei manifesti con la foto di Daisy e li affisse in tutta la città. Li affisse al negozio di alimentari, all’ufficio postale, sugli alberi e sui lampioni. Chiese a tutti quelli che incontrava se avessero visto Daisy, ma nessuno l’aveva vista.