Lasciatevi trasportare da questo scenario: siamo a metà degli anni ’90 e la Pepsi-Cola è di gran moda e attira i consumatori con la sua campagna promozionale Pepsi Stuff. La premessa era semplice: acquistare prodotti Pepsi, accumulare punti dalle etichette e riscattarli per ottenere una serie di premi. Magliette, occhiali da sole e, come suggerisce uno spot audace, un Harrier Jet per ben 7 milioni di punti. Nello spot, un attore atterra con nonchalance in un campus a bordo di un jet animato al computer, proclamando: “Meglio dell’autobus”. Tuttavia, questo scherzo apparentemente innocuo avrebbe presto scatenato una tempesta legale che Pepsi non aveva previsto.
John Leonard, uno studente di economia di 21 anni con un occhio alle opportunità. A differenza di altri che si sarebbero potuti accontentare di una maglietta griffata, Leonard puntò al premio più grande di tutti: l’Harrier Jet. Dopo aver scoperto una scappatoia che permetteva ai consumatori di acquistare i punti Pepsi per dieci centesimi l’uno, Leonard raccolse 700.000 dollari da cinque investitori per acquistare i punti necessari. Con una fiducia incrollabile, inviò alla Pepsi 15 etichette e un assegno, aspettando con ansia la consegna del suo jet. Tuttavia, la risposta della Pepsi fu ben diversa da quella che si aspettava. La Pepsi liquidò lo spot come uno scherzo, scatenando una battaglia legale che catapultò Leonard sotto i riflettori.
Ne seguì un dibattito pubblico: Leonard era un genio che approfittava di una svista aziendale o semplicemente un rompiscatole che sfruttava il sistema legale? Molti si schierarono dalla parte di Leonard, sostenendo che se la Pepsi aveva fatto la richiesta, avrebbe dovuto onorarla. Nonostante l’opinione pubblica, il tribunale si è pronunciato a favore della Pepsi, affermando che nessuna persona ragionevole avrebbe potuto credere che lo spot offrisse un vero Harrier Jet. Di conseguenza, le grandi ambizioni di Leonard furono messe da parte. Nel frattempo, Pepsi, avendo imparato una lezione preziosa, ha prontamente rivisto lo spot, aumentando i punti necessari per il jet da 7 milioni all’astronomica cifra di 700 milioni. Questo caso è servito a ricordare in modo bizzarro ma divertente il potere delle scritte in piccolo e i limiti delle campagne promozionali.